
Il carcere militare in Italia
Autore: Gaetano Briguglio Editore: Qualecultura Anno: 1973 Pagine: 410 Leggi l'indiceBriguglio, Gaetano. Il carcere militare in Italia. Prefazione di Roberto Cicciomessere. Qualecultura, Vibo Valentia 1973.
Nessuno, o troppo pochi, ha mostrato di volersi occupare finalmente dell’esercito, delle scelte economiche e politiche che determina e condiziona nella vita del Paese, del peso che ha nella e sulla società; dell’esercito, infine, come portatore e causa di drammi personali e di follie collettive. Nessuno ha voluto, o potuto, affermare o verificare qualcosa di diverso da quanto è scritto nelle veline del Ministero della Difesa (o della guerra)…
Ogni giorno la televisione e i giornali ci ribadiscono che l’esercito italiano è sempre il presidio della indipendenza e della libertà del popolo italiano. Né televisione o stampa sono poi i maggiori responsabili; queste cose le ripetono in primo luogo ministri e presidenti del consiglio, e lo stesso presidente della repubblica, che – anche quando antifascista – non ha nemmeno il coraggio civile dei socialdemocratici Brandt ed Heinemann, di piegarsi davanti ai simboli della tragedia militarista, nazista e fascista, per rinnegarla pubblicamente.
In un momento in cui la battaglia per contestare il ruolo politico dell’esercito si fa più dura, precisa e rigorosa, questo libro è un opportuno e necessario strumento di informazione e di lotta. Non è infatti intendimento dell’autore farsi portavoce di esigenze falsamente «riformistiche», di quelle che, come dicevo, cominciano ad emergere dagli stessi ambienti militari; e neppure di offrire alibi ad una sinistra che ancora oggi non riesce ad esprimere che balbettii, o proposte errate perché soprattutto frutto di analisi vecchie ed insufficienti. Allo scandalo della giustizia militare, all’assurdità di un’istituzione che non riesce nemmeno ad assolvere agli scopi per i quali è stata creata ed è costretta a difendersi a colpi di veline o di denuncie di vilipendio non può essere contrapposto qualche disegno migliorativo o qualche richiesta di adeguamento e di «razionalizzazione». Dobbiamo tutti chiederci il perché di simili contraddizioni, le ragioni storiche di una degenerazione qual è quella che il libro mette in luce.
[dalla prefazione di Roberto Cicciomessere]