Testimoni di non violenza e operatori di pace

Avvenire, sabato 26 gennaio 1991

 

Un mattone, un fucile spezzato, delle catene, del pane, dei pastelli colorati, dell’acqua, della terra, dei libri, dei pesci rossi, un ulivo… : questi i simboli di pace, giustizia e salvaguardia del creato che gli obiettori di coscienza in servizio civile presso le Caritas diocesane hanno voluto presentare nel corso della veglia di preghiera svoltasi dinanzi alla Porziuncola, ad Assisi, il 15 dicembre scorso. È stato il momento conclusivo di un’intensa giornata che ha visto radunati nella città di San Francesco un migliaio di giovani provenienti da ogni parte d’Italia per celebrare la Terza Conferenza Nazionale degli Obiettori della Caritas.

In apertura del raduno, dopo il saluto del vescovo di Assisi mons. Sergio Goretti, mons. Diego Bona, a nome della CEI, ha letto il testo del messaggio del Papa che ha sottolineato tra l’altro l’esigenza della «ricerca di adeguate risoluzioni ai problemi sociali politici internazionali e sempre più efficacemente si escluda la tentazione di ricorrere all’irragionevole violenza». Ed è proprio rispondendo a tale messaggio che gli obiettori hanno chiesto a Giovanni Paolo II «una parola di sostegno al nostro sforzo di vivere la non-violenza evangelica» nonché un’occasione per incontrarlo direttamente. Dopo gli incontri di Roma, nel 1982, e di Milano, nel 1986, Assisi ha costituito un momento forte per tracciare un sommario bilancio di un’esperienza che ormai coinvolge più di 160 Caritas diocesana e oltre duemila obiettori in servizio. Proprio per valorizzare questi quindici anni di testimonianza di non-violenza e solidarietà, la Caritas Italiana ha promosso un’indagine sociologica a campione sulle scelte di vita degli obiettori che hanno svolto il servizio civile nelle diocesi tra il 1977 e il 1988.

I risultati, presentati ad Assisi da mons. Giuseppe Pasini, direttore della Caritas Italiana, e dal dott. Giampiero Girardi, dell’università di Trento, hanno confermato la positività di un’esperienza che ha arricchito la chiesa e la società italiana e che continua anche oltre il tempo del servizio previsto dalla legge. Ma gli obiettori convenuti ad Assisi hanno voluto anche richiamare l’attenzione su tre temi di scottante attualità. Primo fra tutti, quello dell’approvazione della nuova legge sul’obiezione di coscienza per la quale gli obiettori chiedono al Parlamento una rapida approvazione anche per far fronte alla gestione del servizio civile da parte del Ministero della Difesa.

Un secondo appello, gli obiettori lo hanno lanciato contro il pericolo della guerra nel Golfo, (oggi, purtroppo, drammaticamente in corso di svolgimento – ndr) condannando l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e la «campagna interventista orchestrata in questi mesi a livello nazionale e internazionale».

Il terzo «fronte» sul quale  gli obiettori intendono invitare alla mobilitazione è quello aperto dalla «minacciosa presenza dei poteri occulti, criminali e mafiosi» nel nostro Paese. Sulla linea del documento dei vescovi sul Mezzogiorno gli obiettori chiedono alla Caritas una più decisa mobilitazione perché anche attraverso il Servizio Civile (in un auspicabile scambio tra Nord e Sud Italia) si possa sostituire alla cultura della mafia e della violenza quella di una difesa popolare nonviolenta. Una festa di pace, dunque, questa Terza Conferenza Nazionale degli Obiettori Caritas, ma soprattutto un momento per «ricaricare» le energie da spendere nelle chiese locali a servizio della pace e della solidarietà con i poveri.

Diego Cipriani

 

visualizza in PDF: Avvenire 26-01-1991