Sull’obiezione c’è chi gioca in Difesa

Avvenire, martedì 24 marzo 1998

 

Come già annunciato nei giorni scorsi su questo giornale, oggi obiettori enti scenderanno in piazza a Roma per manifestare a favore dell’approvazione della nuova legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare Infatti, da oggi al 27 marzo all’ordine del giorno dei lavori della Camera dei Deputati c’è la discussione della nuova legge. si prevedono circa venti ore di discussione da dedicare a questa legge, sempre che la mancanza del numero legale di onorevoli in aula, problema ricorrente in questi tempi non faccia slittare i lavori.

Il testo in discussione è già stato approvato a larga maggioranza dal Senato più di un anno fa ed è molto simile alla legge approvata nel 1992 dal Parlamento ma mai promulgata dall’allora capo dello Stato ammira che la rinviò alle Camere. Da allora, non si è trovato il tempo per varare definitivamente la nuova legge. Il testo fu approvato agli inizi di aprile 1997 dalla Commissione Difesa, ma nei mesi successivi l’aula non ha nemmeno cominciato ad affrontare l’articolato. Nel giugno scorso, poi, il referendum su alcun i articoli della 772 (che comunque non raggiunse il quorum) aveva di fatto bloccato i lavori per alcune settimane. Nel frattempo la maggioranza parlamentare dell’Ulivo ha trovato, il tempo pera approvare una serie di importanti, anche che se discutibili, riforme nel campo della difesa. Dunque, se è vero che, come dice il vecchio adagio, «c’è un tempo per ogni cosa…», adesso è giunto il tempo di approvare finalmente la nuova legge sull’obiezione di coscienza Di qui l’odierno scendere in piazza di obiettori ed enti che cingeranno d’assedio il «palazzo» con una catena umana intorno a Montecitorio per inchiodare simbolicamente il Parlamento alle proprie responsabilità e agli impegni presi.

Ma perché una nuova legge? Perché dopo oltre 25 anni la legge 772/72, concepita per gestire un fenomeno che coinvolgeva poche centinaia di giovani, non è più in grado di rispondere alle esigenze del nostro Paese che dispone oggi di un «esercito di pace» di oltre 50mila obiettori ed enti di servizio civile. Tutti sono d’accordo, almeno a parole, sulla necessità di riformare quella vecchia e brutta legge. E a conferma di questa esigenza, sono arrivati nei giorni scorsi i dati relativi al numero di domande di obiezione presentate l’anno scorso. quasi 55mila con un aumento del 15% rispetto al 1996. Con la nuova legge, si avrà anzitutto il riconoscimento dell’obiezione come diritto soggettivo, secondo quanto richiesto dall’Onu e dal Parlamento Europeo, diritto da cui deriva il fatto che la domanda di obiezione non può più essere sottoposta ad alcun giudizio da parte dello Stato. Inoltre, il servizio civile viene valorizzato come forma alternativa di adempimento del sacro, dovere di difesa della patria sancito dalla Costituzione, secondo quanto aveva espresso la Corte Costituzionale in una famosa sentenza del 1985. Novità anche più pratiche: i tempi di attesa che un giovane deve sopportare prima di iniziare il servizio civile saranno più certi e rapidi; la gestione del servizio civile verrà smilitarizzata e passerà dal Ministero della Difesa alla Presidenza del Consiglio improntata inoltre ad efficienza e imparzialità. Gli obiettori potranno partecipare ad attività di studio, ricerca e sperimentazione di forme me di difesa civile e non armata e sarà loro consentito di svolgere servizio civile all’estero, in altri paesi dell’Unione Europea e in missioni umanitarie. È previsto obbligatoriamente un periodo di formazione compreso nell’arco dei dieci mesi di servizio e infine sarà istituita legalmente una Consulta Nazionale composta da rappresentanti dagli enti e degli obiettori, quale organo permanente consultivo.

Ce la farà la Camera a licenziare il testo in discussione? Speriamo proprio di sì ma questo dipenderà da quanto la maggioranza saprà contrastare un eventuale ostruzionismo, (AN, ad esempio, si prepara a presentare migliaia di emendamenti) tuttavia al Senato aveva votato a favore e quanto, il Governo appoggerà autorevolmente l’approvazione di questa legge. Questa fine marzo è dunque cruciale per la credibilità della maggioranza parlamentare e per il governo: obiettori ed enti non sono più disposti a subire nuovi rinvii.

 

Diego Cipriani, presidente Consulta Nazionale Enti Servizio Civile

 

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