Obiettori: sei punti che innovano

Il Popolo, 23 novembre 1986

 

L’evoluzione sociale di questi ultimi anni ha accresciuto l’interesse attorno all’obiezione di coscienza facendo riflettere da un lato su alcune inadeguatezze della legge 772 che da quattordici anni riconosce e disciplina la obiezione stessa ed il servizio civile sostitutivo, e dall’altro lato sul patrimonio di esperienze dovuto all’impegno presentato da molti giovani obiettori. Ne deriva che ci si attende una risposta legislativa più completa e adeguata alle rinnovate condizioni che presenta l’obiezione di coscienza in Italia oggi, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del 1985 che ha definitivamente sancito i valori, l’importanza ed i limiti dell’obiezione, garantendo libertà nel rispetto delle leggi dello Stato.

Superando anche conflittualità di opposti schieramenti, logiche diverse, senza dispersioni eccessive nell’andare a cercare gli errori dell’applicazione della legge 772 (che pur debbono offrire elemento di indicazione sulle nuove scelte) e senza vessare i diritti di coloro che invece scelgono nell’identico spirito del dettato costituzionale di servire la patria in armi. Il  problema di fronte al quale si trova il legislatore è quello di riformulare una legge che sulla base delle esperienze vissute, dei sacrifici compiuti, della fecondità del comportamento di molti giovani possa dare una risposta che interpreti il senso vero di quella scelta scomoda e difficile e che nello stesso tempo ne impedisca l’utilizzo per altri interessi che non siano quelli del servizio che i giovani obiettori hanno scelto.

In questa logica come relatore della legge ho presentato al comitato ristretto un testo unificato che si ispira sostanzialmente a queste direttrici.

Esse sono:

– L’obiezione di coscienza è una scelta che non può trovare alcun giudice o sede di giudizio che sia al di fuori della coscienza del soggetto interessato, ma solo un’opzione che stia all’interno e nel rispetto delle leggi: pertanto non ci dovrà più essere, anche solo come atto amministrativo, nessuna commissione che valuti l’opzione del giovane. Perciò solo una valutazione della documentazione presentata dai giovani che scelgono di fare la obiezione di coscienza. Si dovrà porre più attenzione, proprio alla luce delle esperienze vissute, alla domanda del giovane che effettua questa scelta così da evidenziare la motivazione e la scelta vocazionale del servizio.

– Il giovane, una volta riconosciuto obiettore. Dovrà trovare come nuovo interlocutore, proprio per essere tolto dall’insorgenza di eventuali dubbi interpretativi o dal pensare che vi siano false motivazioni di valutazione, non più il ministero della Difesa ma la Presidenza del consiglio, ove avverrà la gestione del servizio che interessa gli obiettori di coscienza, ciò anche per meglio espletare la sua opzione non militare.

– Il servizio civile sostitutivo come derivato della obiezione non dovrà superare di tre mesi la durata del servizio di leva. Tre mesi che ritengo debbano essere utilizzati per la formazione del giovane legato alla sua scelta vocazionale ed alla sua assegnazione, in modo da aggiungere alla profonda motivazione individuale anche un’ottima formazione legata ai servizi che andrà a svolgere; così da premiare e rafforzare la professionalità nei confronti delle scelte vocazionali che i giovani hanno fatto.

Il servizio sostitutivo civile potrà essere prestato presso il Servizio Civile Nazionale, che la futura legge dovrà istituire, o presso gli enti ed organizzazioni pubbliche o private con esclusione di quelli appartenenti alla pubblica amministrazione; tale servizio troverà spazio nei servizi e funzioni di attività sociale, sanitaria, d’istruzione alla persona o di protezione e di difesa dell’ambiente e del patrimonio sia naturale che architettonico.

– la scelta della pluralità tra Servizio Civile Nazionale ed ente organizzativo è importante, perché va a rispettare il concetto pluralista di libertà che sta alla base della nostra carta costituzionale e che trova ragione anche nella pluralità delle risposte che i giovani sentono di effettuare sulla base delle proprie motivazioni religiose filosofiche e morali. Gli enti locali e le comunità montane potranno utilizzare gli obiettori facendo richiesta direttamente al servizio civile nazionale.

Infine, dovrà essere garantita la parità di trattamento, pur se equiparata su piani diversi, del giovane sia che esso svolga il servizio civile che il servizio militare. Ciò dovrà essere garantito nella perentorietà dei termini dell’accettazione e sui costi reali che vengono affrontati dall’Amministrazione Pubblica.

Questo punto richiama un altro aspetto importante che ha toccato il dibattito di questi ultimi giorni ed è quello legato alla validità e alla serietà degli enti che utilizzano gli operatori.

A tale scopo verrà istituito un albo nazionale dove verranno inseriti quegli enti e organizzazioni che rispondano ai requisiti di serietà nel servizio e nel trattamento della persona umana dell’obiettore.

Questo farà sì che gli enti che hanno stipulato convenzione diano una maggiore certezza di serietà verso i giovani a cui si rivolgeranno per svolgere il servizio civile. Ciò al fine di eliminare da una parte e dall’altra tutta quella serie di contraddizioni che molte volte hanno inficiato il valore profondo della scelta di libertà e di impegno che molti giovani con molta serietà e sacrificio avevano fatto negli anni scorsi. A tal fine devono essere enti che non hanno fine di lucro, che sappiano organizzare il servizio ed i progetti e siano ispirati in modo prioritario a tutelare le componenti più deboli della società, proprio per muoversi nello spirito della sentenza costituzionale quando riconosce anche la difesa non armata.

Ulteriore punto sarà la costituzione, che è una novità assoluta. del Servizio Civile Nazionale, che permetterà di far accedere i giovani che faranno la scelta della obiezione e che non opteranno per organizzazioni private o pubbliche. Questa opzione permetterà di costituire così anche un servizio pubblico ove i giovani obiettori potranno svolgere i compiti che si sono scelti. La costituzione del servizio civile nazionale permetterà di avere dei giovani disponibili ed addestrati durante tutto il periodo dell’anno, che in caso di calamità o di difesa o di protezione dell’ambiente saranno pronti ad intervenire nei momenti di necessità.

Ora spetterà alla commissione nel suo insieme ed al governo, che ha sempre dato la disponibilità alla collaborazione, giungere all’approvazione della nuova legge, che deve troncare definitivamente le diatribe del passato e ridare fiducia a tutti quei cittadini che fanno queste scelte, ma anche a tutti quelli che le rispettano pur non essendo obiettori, ma che credono nelle istituzioni quali garanti dei diritti e dei doveri di ogni singolo uomo.

Così si potrà dire più compiutamente che noi rispettiamo l’uomo, non perché amico o condivide la nostra fede politica o religiosa, ma perché soggetto degno di ogni rispetto o di ogni diritto.

 

Paolo Caccia, Vice presidente Commissione Difesa della Camera

 

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