La Repubblica, sabato 11 agosto 1984
La vicenda di Gabriele Manghi, il giovane obiettore di coscienza della Caritas di Reggio Emilia che è stato incarcerato nel carcere militare di Bari Palese per essersi rifiutato di indossare la divisa ha suscitato le proteste del delegato nazionale del movimento giovanile democristiano Renzo Lusetti.
«La vicenda del giovane Manghi – ha dichiarato ieri Lusetti – ripropone con rinnovata drammaticità l’esigenza di una seria e chiara riforma dell’attuale regolamentazione dell’obiezione di coscienza”. Rivolto al ministero della Difesa Lusetti afferma poi che il servizio militare “non esaurisce” il dovere di difesa “poiché quest’ultimo ha come destinatario l’uomo in quanto tale”.
Il delegato del movimento giovanile dc ricorda quindi come il servizio civile alternativo costituisca «un importante strumento di difesa sociale dello Stato” in quanto vede giovani impegnati “contro le calamità naturali, in attività assistenziali verso gli anziani, gli emarginati e gli handicappati e in altre iniziative sociali».
«La legge 772 – prosegue Lusetti – è oggi ormai inadeguata alla gestione di questo fenomeno (l’obiezione di coscienza) in crescita e si presta a riduttive e fuorvianti interpretazioni da parte della burocrazia militare». Per questo conclude il delegato giovanile democristiano «occorre riconoscere l’obiezione di coscienza come un diritto soggettivo perfetto, abolendo il cosiddetto tribunale della coscienza (e cioè la commissione incaricata di vagliare le motivazioni dell’obiettore) sganciando ancor più gli obiettori dalla dipendenza del ministero della Difesa».
visualizza in PDF: La Repubblica 11-08-1984