Il manifesto, giovedì 19 aprile 1984
L’obiezione di coscienza al servizio militare è sotto tiro. Il 4 aprile scorso un obiettore di coscienza di Firenze Marco Verna è stato processato per direttissima dal Tribunale militare di Torino e condannato ad un anno di carcere militare senza·condizionale. In passato aveva partecipato all’occupazione di una casa e per questo gli è stata respinta la domanda di obiezione di coscienza. :Marco si è rifiutato di presentarsi a prestare la leva a Casale Monferrato ed il 10 marzo scorso, al termine di una manifestazione pubblica in suo sostegno, si è consegnato ai carabinieri di Firenze. A contrario di quanto succedeva in passato, non ha ottenuto la libertà provvisoria. I giudici hanno fatto poi il resto.
Mercoledì 18 aprile sarà processato a Napoli un altro obiettore di coscienza: Giuseppe Marazzi di Rosate, in provincia di Milano. Giuseppe ha avuto per ben due volte la domanda di obiezione immotivatamente respinta dalla commissione inquisitrice. La prima volta in base ad un falso rapporto dei carabinieri del luogo in cui veniva descritto come persona di «cattiva condotta morale e civile» e frequentatore di «persone malfamate del luogo e dei comuni limitrofi».
Giuseppe nel marzo scorso si rifiutò di prestare servizio militare (era stato destinato a Caserta) ed al termine di una manifestazione pubblica di solidarietà si consegnò ai carabinieri di Milano. Nel carcere di Peschiera sul Garda presentò una seconda domanda di obiezione di coscienza, come previsto dalla legge, e dopo sette giorni di detenzione venne scarcerato.
Ma nel dicembre scorso, la commissione inquisitrice respinse anche la seconda domanda con le stesse false motivazioni della prima volta. Giuseppe, che gode ancora della libertà provvisoria, sarà processato con l’accusa di rifiuto di prestare il servizio militare rischiando così parecchi mesi di carcere.
Questi sono solo due dei tanti casi d’intimidazione che il ministero della difesa, o meglio della guerra, orchestra contro gli obiettori; infatti sono centinaia e centinaia le domande di obiezione immotivatamente respinte e le precettazioni d’ufficio.
Quest’atteggiamento, insieme a scelte di politica internazionale come l’installazione dei missili a Comiso, ha come unico scopo quello di colpire la lotta a favore della pace e dei diritti civili. Negli ultimi anni le domande di obiezione di coscienza sono enormemente aumentate (circa 30.000 nel 1982 secondo dati non ufficiali), un chiaro segno ,del rifiuto da parte dei giovani del militarismo in tutti i suoi aspetti. L’obiezione di coscienza si è diffusa e continua a diffondersi sia tra i giovani cattolici, sia tra i giovani di sinistra. Parecchi obiettori sono impegnati direttamente nella lotta a favore della pace sia con un impegno pratico, sia con la riflessione teorica, collaborando direttamente con i comitati per la pace sorti quasi ovunque, negli ultimi mesi. Ecco perché l’obiezione di coscienza diventa troppo «pericolosa» e come tale dev’essere stroncata.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica ed attirare l’attenzione dei mass media su questa situazione, oltre che per raccogliere l’adesione di tutte le forze democratiche sensibili al tema della pace e dei diritti civili, gli obiettori hanno indetto per i giorni 17 e 18 aprile due giornate di mobilitazione e di lotta. Con iniziative diverse in numerose città.
Renato Pomari, Segretario Nazionale L.o.c.
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