La rivolta del volontariato: “Senza obiettori è la fine”

La Repubblica, 4 settembre 1999

 

Cosa sarà del serviziocivile, il giorno in cui cadrà definitivamente l’obbligo per il servizio militare? È la domanda che, accanto a qualche polemica, agita da ieri il mondo del volontariato cattolico e laico, quella galassia di associazioni senza scopo di lucro che da anni attinge le forze per l’assistenza ai più deboli tra quanti compiono la scelta alternativa al militare.

La stessa domanda si pongono i responsabili della Protezione civile e delle associazioni ambientaliste, che vedono venir meno i numeri per fronteggiare al meglio le emergenze sul territorio, e anche quegli Enti pubblici, dai Comuni in su, che si avvalgono dei servizi assicurati dagli obiettori di coscienza.

«Il governo si è impegnato a mettere a punto e a-presentare in tempi brevi un disegno di legge per la riforma del servizio civile» annuncia il ministro della Difesa Scognamiglio. Ma la frase, invece di porre fine ai dubbi di quanti già accusavano il governo di aver dimenticato nella riforma l’esperienza trentennale del volontariato (la prima legge sull’obiezione di coscienza risale a 27 anni fa), ha l’effetto di scatenare le polemiche.

Si tratta di una dichiarazione strumentale che ignora la legge approvata solo un anno fa sull’obiezione, architrave di un servizio civile più qualificato e adeguato, volto al profitto sociale e non solo a quello economico del Paese» dice Roberto Minervini, vicepresidente della Lega degli obiettori di coscienza. «Il ministro conosce bene i problemi di finanziamento per il servizio civile. ancora irrisolti, e gli è altrettanto chiaro che la riforma dell’esercito in senso professionale avrà l’effetto di affossare il servizio civile».

Preoccupato dai contraccolpi della riforma anche il mondo del volontariato cattolico. La Caritas italiana, «perplessa sull’introduzione di un esercito professionale», si chiede se questo passaggio sia stato sufficientemente ponderato, senza pensare a quale altra istituzione si prenderà carico della educazione alla solidarietà, alla cittadinanza, alla gratuità. Come sempre i poveri rischiano di essere doppiamente penalizzati: da un lato l’aumento di spesa per la difesa potrebbe significare ulteriori tagli allo stato sociale, dall’altro» conclude l’associazione cattolica «la fine del servizio civile toglierebbe loro un concreto sostegno nelle difficoltà quotidiane».

L’abolizione della leva rischia di diventare il grimaldello per buttare alle ortiche il servizio civile», osserva il direttore generale di Legambiente, Francesco Ferrante. «Quello degli obiettori di coscienza è un esercito senza stellette che molto fa e molto potrà ancora fare per la difesa del territorio, per la protezione civile, per la salvaguardia dell’ambiente, per la manutenzione e la valorizzazione dei beni culturali, per la sanità».

Intanto mancano i fondi, circa 80 miliardi di lire, per assicurare le partenze per il servizio civile di 35 mila giovani tra settembre e dicembre. Lo stanziamento previsto dalla Finanziaria del ’99, 120 miliardi (lo 0,3% del bilancio della Difesa), è già esaurito. Le partenze dovranno slittare e per alcuni, scaduti i termini di attesa, questo significherà il congedo.

 

Carlo Moretti

 

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