Avvenire, 15 dicembre 1998
Per l’ottavo anno consecutivo torna la Giornata Nazionale dell’Obiezione di Coscienza e del Servizio Civile indetta dagli Enti convenzionati e celebrata in tutta Italia con manifestazioni, convegni, feste. La scelta di mantenere la data del 15 dicembre, legata all’approvazione della prima legge che nel 1972 consentì nel nostro paese la possibilità di obiettare all’obbligo del servizio militare, vorrebbe continuare una tradizione che negli ultimi anni ha visto focalizzare, almeno per un giorno, l’attenzione sulla realtà silenziosa dell’obiezione e del servizio civile.
È la prima Giornata, quella di oggi, dopo l’approvazione della nuova legge sull’obiezione di coscienza avvenuta in estate. E’ l’occasione, dunque, per tentare un primo e parziale bilancio della “nuova era” avviata con la riforma della vecchia legge 772.
Un bilancio, diciamo subito, non molto positivo. La nuova legge è entrata in vigore lo scorso 30 luglio e l’unico atto ufficiale finora compiuto è stata la nomina, da parte del Governo Prodi, del direttore del nuovo Ufficio nazionale per il servizio civile, l’organismo della Presidenza del Consiglio che dovrà sostituire il Ministero della Difesa nella gestione degli obiettori. La prima scadenza prevista dalla legge era quella del 30 ottobre, data entro la quale avrebbe dovuto essere emanato il regolamento dell’Ufficio, ma finora nulla si è mosso. Per cui, a tutt’oggi abbiamo il Direttore ma non l’Ufficio! E’ facile prevedere, allora, che anche le ulteriori scadenze previste dalla nuova normativa slitteranno, ma fino a quando?
Nel frattempo, abbiamo registrato l’atteggiamento del Governo. Assente completamente dal programma del Governo D’Alema qualsiasi riferimento al servizio civile (a differenza del governo precedente), le uniche dichiarazioni ufficiali di un esponente del governo sono state le recenti affermazioni del Ministro della Difesa favorevole all’abolizione del servizio di leva. Soltanto la settimana scorsa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Minniti, rispondendo ad una interrogazione alla Camera, ha espresso il “governo-pensiero” sulla materia e ha assicurato che il nuovo Ufficio potrà essere operativo dai primissimi mesi dell’anno prossimo. Staremo a vedere.
Ma non mancano altri motivi a “guastare” la festa odierna. In questi giorni il Parlamento sta approvando una legge finanziaria che destina solo 120 miliardi al servizio civile per il 1999, cifra che non sarà sufficiente a gestire gli oltre 50.000 obiettori che presteranno servizio l’anno prossimo. La richiesta degli Enti di aumentare lo stanziamento (già quest’anno si spenderanno circa 150 miliardi per il servizio civile) ha poche speranze d’essere accolta. Il rischio che si profila, pertanto, è quello di un congedo di massa per tutti quegli obiettori che lo Stato non riuscirà a gestire per motivi di bilancio: una prospettiva, questa, altamente deleteria non solo per il servizio civile ma per l’intero obbligo di leva.
Nel frattempo, la quotidiana gestione del servizio civile non migliora. I tempi di assegnazione continuano ad essere lunghi, i Distretti Militari pagano in ritardo le somme agli enti e agli obiettori, molti giovani incontrano difficoltà nella presentazione della domanda di obiezione, mentre il Ministero della Difesa ha annunciato che sospenderà (sempre per motivi di bilancio) ogni attività in materia di servizio civile dal prossimo 1 gennaio.
Nonostante tutto, il servizio civile continua a funzionare grazie agli obiettori e agli enti. Continua nella sua funzione di “difesa della patria”, come anche la nuova legge finalmente riconosce. Cresce il numero di giovani che scelgono il servizio civile come opportunità di crescita nella solidarietà e nella cittadinanza attiva: sono stati oltre 54.000 nel 1997 e saranno oltre 60.000 quest’anno. Cresce il numero di soggetti che impiegano obiettori sul territorio: sono oltre 5.000 gli enti convenzionati, di cui la metà Comuni. Per tutti costoro, la nuova legge costituisce un’occasione per fornire finalmente al “sistema” servizio civile regole nuove, chiare e precise per sviluppare e potenziare un comparto del più generale modello di stato sociale, oltre che delle politiche giovanili del nostro Paese.
Ci sono dunque buoni motivi per festeggiare l’odierna Giornata, ma altrettanti per restare in trepida attesa dell’applicazione della nuova legge che ridisegnerà il servizio civile del prossimo secolo.
Diego Cipriani, presidente Cnesc
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