«Illegali quelle circolari»

Avvenire, 6 dicembre 1986

 

A quattro giorni dall’incontro di Spadolini con i responsabili degli enti convenzionati per il servizio civile e a nove dal grande convegno di Milano promosso da tutte le organizzazioni cattoliche sul tema dell’obiezione di coscienza, un’altra precisa e circostanziata critica alla famosa circolare e a tutta la regolamentazione della materia, è venuta dal mondo accademico. Occasione è stato il seminario su «Riflessioni sugli aspetti giuridici dell’obiezione di coscienza al militare ed il servizio civile» organizzato dall’Università di Roma, dall’Istituto per il Diritto allo Studio Universitario e dal Coordinamento Enti di Servizio Civile (CESC).

«La convenzione tra Ministero della Difesa e gli enti di servizio civile – ha spiegato il prof. Rescigno, ordinario di Diritto privato – si muove sul piano privatistico del contratto a prestazioni corrispettive. Quindi la pretesa del ministero di regolare i rapporti per mezzo di circolari che sono degli atti unilaterali, non è legittima. E in particolare poi non lo è quando pretende, come nell’ultimo caso, di controllare lo stesso rapporto tra obiettore ed ente da cui dipende».

Viene quindi confermata la posizione di quegli enti che, come la Caritas, si erano rifiutati di «obbedire» alla circolare di giugno ritenendola una iniziativa arbitraria della Difesa presa senza nessun accordo con la controparte. E la conferma viene da una fonte autorevole, l’Università di Roma «La Sapienza», che, come ha ricordato il rettore prof. Ruberti, è l’unico ateneo Italiano ad essere convenzionato con il ministero. «Abbiamo per ora dieci obiettori – ha precisato Ruberti – che svolgono servizio di accompagnamento di studenti handicappati per garantire la loro integrazione nell’Università. Purtroppo ne servirebbero almeno trenta per rispondere alle esigenze sempre crescenti e in totale ne abbiamo chiesti 200 per coprire anche altri servizi. Ma ci sono molte difficoltà». Eppure negli altri Paesi europei, come ha sottolineato il prof. Martines, tutti questi problemi non esistono.

La Costituzione della Germania Federale, ed esempio, recita che «nessuno può essere costretto al servizio militare contro la sua coscienza» e che «chi rifiuta il servizio militare può svolgerne uno compensativo ma non più lungo» (ricordiamo che in Italia il Servizio civile dura venti mesi contro i dodici del militare).

Ed anche Olanda, Austria, Portogallo e Spagna, diversamente dall’Italia, prevedono nella loro costituzione l’obiezione di coscienza. Esiste addirittura una risoluzione del Parlamento Europeo che riconosce il servizio civile, afferma che esso non può essere considerato come una sanzione e che quindi deve essere lungo quanto il militare, nega che alcun tribunale possa giudicare una coscienza. «Bisogna eliminare l’attuale tribunale delle coscienze» – ha denunciato Martines – perché nessuno può assumersi il diritto di giudicare le coscienze e tantomeno il ministero della difesa che sarebbe contemporaneamente giudice e parte interessata. E poi la coscienza è un valore extragiuridico che non può essere imbrigliato da alcuna norma».

E ancora più in là è andato il prof. Bellini, affermando che «qualunque opinione, per il semplice fatto di essere prodotta da un individuo, ha il diritto di cittadinanza. Così l’obiezione di coscienza – ha proposto – dovrebbe sparire perché la legge non può non prendere in considerazione ogni coscienza. Non si può continuare a considerare la legge come regola e la libertà come eccezione. Bisogna quindi mettere le persone in condizione di non dover obiettare».

 

Antonio Maria Mira

 

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