Durerà di meno il servizio civile per gli obiettori

La Repubblica, giovedì, 20 luglio 1989 – pagina 8

 

Gli obiettori di coscienza hanno vinto la loro battaglia il servizio civile non dovrà più avere una durata di otto mesi superiore a quella del normale servizio militare. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che ancora una volta ha preso in contropiede il legislatore eternamente in ritardo è giacente, infatti, presso la commissione Difesa della Camera dei deputati una proposta di legge che riduce dai venti a quindici mesi la durata del servizio civile. La decisione, presa ieri in camera di consiglio dai giudici della Consulta, è stata comunicata dall’ufficio stampa della Corte. In attesa della pubblicazione delle motivazioni, che avverrà nella prossima settimana, la Corte ha tenuto a rendere subito noto il dispositivo della sentenza.

È stata anzitutto dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 5 primo comma della legge numero 772 del 1972 nella parte in cui prevede che i giovani ammessi a prestare servizio militare non armato lo devono prestare per un tempo superiore alla durata del servizio di leva (dodici mesi). Alla Corte la previsione che il servizio civile debba avere una durata comunque superiore al servizio militare normale appare priva di ragionevolezza, perché il servizio civile corrisponde in tutto e per tutto al normale servizio di leva, salva soltanto la sottrazione all’uso delle armi, che ne è il connotato ispiratore legittimamente riconosciuto.

In secondo luogo, la Corte ha ritenuto illegittima sempre la stessa disposizione nella parte in cui prevede che i giovani ammessi a prestare servizio sostitutivo civile lo devono prestare per un tempo superiore di otto mesi alla durata del servizio di leva, perché in nessun caso una durata del servizio civile superiore di ben otto mesi può essere considerata una differenziazione ragionevole. Soltanto esigenze formative dei giovani ammessi al servizio civile potrebbero fornire l’unica giustificazione per una differenziazione, sostanzialmente contenuta e non irrazionale della durata del servizio sostitutivo civile. E si tratterebbe di una valutazione rimessa alla discrezionalità del legislatore, non certo di un obbligo.

Il messaggio mandato dalla Corte a governo e Parlamento è abbastanza chiaro gli obiettori di coscienza non devono essere in alcun modo penalizzati, il servizio civile può durare solo un po’ più a lungo del normale servizio militare ed anche questa limitata maggiore durata deve essere giustificata con argomenti razionali e convincenti. In sostanza, sembra che la Corte voglia far sapere che una differenza di tempi di tre mesi tra servizio civile e servizio militare normale (come è prevista nella proposta di legge) può essere accettabile, ma deve essere ben motivata. E ovviamente, quindi, se la durata del servizio di leva fosse ridotta a sei mesi, come ad esempio propone il Pci, dovrebbero essere accorciati anche i tempi del servizio civile.

Nel comunicato la Corte vuole anche sottolineare l’urgenza di una nuova disciplina dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Il legislatore viene esplicitamente rimproverato per i suoi ritardi e viene invitato a porre finalmente riparo agli inconvenienti prodotti dall’ormai quasi ventennale protrarsi di una situazione transitoria dovuta alla mancata istituzione del servizio sostitutivo nazionale.

 

Carla Rodotà