Dalla Camera via libera al servizio civile volontario

Liberazione, giovedì 15 febbraio 2001

 

Per gli obiettori di coscienza, la notizia dell’approvazione definitiva da parte della Camera della legge di “istituzione del servizio civile nazionale” porta ad una amara soddisfazione. Infatti se è vero che questa legge istituisce il servizio civile volontario, garantendone una continuità anche dopo il definitivo congelamento dell’obbligo della leva, è anche altrettanto vero che questo provvedimento è una lavorazione di scarto della riforma delle forze armate recentemente approvata dal Parlamento. Per quest’ultima si è deciso di garantire rispetto agli obiettivi, un numero spropositato di uomini (190.000), tutte le risorse necessarie (il bilancio della difesa supera i 34.000 miliardi) e mezzi (nuove portaerei, caccia, ecc.).

Quasi tutti i nostri politici, concepiscono quella militare, come la difesa con la d maiuscola, lasciando al servizio civile, un ruolo secondario, da bravi ragazzi pieni di buona volontà, ma la difesa del paese, malgrado gli impegni, si fa in armi. Quindi al servizio civile vanno le briciole.

Il testo per il quale esultano tutti, ho sentito commenti di parlamentari mai sentiti nominare a fianco della parola servizio civile in questi anni, parla di tante belle cose. Dice che «il servizio civile nazionale, concorre, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari». Favorisce la solidarietà sociale, la cooperazione, la pace tra i popoli, la salvaguardia del patrimonio ambientale, storico e culturale, la protezione civile e la formazione civica. Il servizio civile può essere svolto all’estero per interventi di pacificazione e cooperazione tra i popoli.

Per fare tutto questo si attinge all’attuale fondo degli obiettori di coscienza, che per quest’anno ammonta alla straordinaria cifra di 235 miliardi. Ovviamente ci si affretta a dire che l’ammissione al servizio civile, avverrà «nei limiti delle disponibilità finanziarie previste annualmente». Già oggi si fatica a far partire con quelle cifre gli oltre 100.000 giovani che hanno presentato domanda: ne partono mediamente 80.000. Quindi si vuole andare a nozze con i fichi secchi.

E’ fin troppo evidente che se si danno gli incentivi adeguati per “reclutare” i nuovi volontari, occorre accontentarsi di poche persone in servizio. Se si distribuiscono gli incentivi a pioggia si rischia di avere una scarsa risposta da parte dei giovani. Risposta, che in ogni caso è a rischio considerando lo scarso impegno di questi anni a far decollare l’attuale servizio civile degli obiettori, e facendo scontrare quotidianamente i ragazzi con una burocrazia miope che sembra fare un favore a far svolgere ad un ragazzo un servizio civile serio e qualificato.

A distanza di due anni e mezzo dall’approvazione della legge sull’obiezione di coscienza, devono ancora essere emanati i regolamenti di gestione amministrativa e di disciplina, il testo di convenzione tipo, la formazione obbligatoria è ancora lontana e la sperimentazione di forme di difesa non armata e nonviolenta è ancora un sogno. Si sono perse nella strada che separa i distretti militari dall’Ufficio nazionale per il servizio civile quasi 20.000 domande, mentre è ancora aperta la questione dei così detti “ragazzi del ’99” che si vuole far attendere per inviare in servizio civile 18 mesi anche se la legge prevede che dal 1 gennaio 2000 si debba attendere solo 9 mesi.

Il problema di fondo è che non si sono individuati i problemi da affrontare e trovate le risposte necessarie, come è avvenuto, anche se grossolanamente per le forze armate. Mentre oramai è un incubo del contribuente la riforma delle forze armate. In questi anni, sono stati dati maggiori poteri ai vertici militari, sono aumentate le spese militari, e siamo solo all’inizio, visto che la professionalizzazione delle forze armate, con lo scarsa vocazione dei giovani, costerà moltissimi incentivi, inoltre occorrerà pagare i costi della mancanza della leva.

Tutto questo mentre non si è fatto un solo passo in avanti nella democratizzazione delle forze armate, dove regna l’impunità totale, basta ricordare le violenze in Somalia, l’uranio impoverito ed il caso del giovane Emanuele Scieri: nessuno è colpevole. Fatto più grave si è partecipato ad una guerra della Nato, che come oggi è sotto gli occhi di tutti, di umanitario aveva poco o nulla. Per questo, se il centro-sinistra, pensa con questo provvedimento di essersi salvata l’anima, ha fatto male i suoi conti.

 

Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione obiettori nonviolenti