La Repubblica, giovedì 19 luglio 1984
Non più di un anno di servizio militare, in Marina come in Aviazione o nell’Esercito, senza dover pulire latrine o camerate, avendo più giorni di licenza a disposizione, potendo viaggiare anche sui treni rapidi. E soprattutto: niente di discriminazioni politiche verso i militari di leva, che dovranno addestrarsi all’uso delle armi nel caso vi fosse la necessità di difendere il paese, ma che dovranno intervenire anche contro le calamità naturali e per la tutela del patrimonio storico, artistico e culturale.
Sono questi i tratti salienti del nuovo servizio militare, la cui legge di riforma è stata approvata ieri in sede legislativa dalla commissione Difesa della Camera. Perché diventi definitivamente legge dello Stato è ora necessaria l’approvazione del Senato, che è comunque prevista in tempi brevi. Le prime proposte di riforma del servizio di leva risalgono a quattro anni fa, ma lo scioglimento anticipato della legislatura, lo scorso anno, aveva annullato il lavoro fatto. La legge approvata è il risultato dell’opera di un comitato ristretto della commissione Difesa che ha fuso in un unico testo le proposte di legge presentate da Dc, Pci e Psi.
Hanno votato a favore della riforma Pci, Dc, Pri e Sinistra indipendente. Contro Msi e Dp. I rappresentanti dei partiti socialista e socialdemocratico erano assenti. La nuova legge comporterà una spesa di 11 miliardi quest’anno, 43 il prossimo e 61 nel 1986, per un totale di 115 miliardi. Una cifra sensibilmente inferiore alla previsione iniziale di 500 miliardi. «Fin dalla scorsa legislatura – ha detto il deputato comunista Arnaldo Baracetti – il governo ha sempre ostacolato l’iter legislativo facendo continuamente mancare la copertura finanziaria, mai negata invece per gli armamenti. La commissione Difesa è stata quindi costretta ad apportare dei tagli alla spesa prevista per evitare il blocco della legge». I 49 articoli del nuovo testo confermano il principio dell’obbligatorietà del servizio militare ed escludono quindi la possibilità di istituire un esercito “professionale”. L’obiettivo è di rendere la ferma più valida anche sul piano formativo. In questo senso vi è l’esplicito divieto di discriminazioni politiche e ideologiche per quanto riguarda i trasferimenti e l’assegnazione delle sedi e dei servizi da svolgere. Vi è poi un piano di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi della truppa, alle cucine, alle mense e alle attività del tempo libero. Ogni anno il governo dovrà presentare al Parlamento una relazione sullo stato del personale di leva, della disciplina militare, delle infrastrutture, delle attività culturali e ricreative, della salute dei militari.
La riduzione della ferma da diciotto a dodici mesi anche per la Marina è sancita dall’articolo 2. L’ articolo 9 introduce il divieto del vincolo di avere soddisfatto gli obblighi di leva per la partecipazione ai concorsi pubblici e privati e assicura con norme precise il diritto alla continuità del posto di lavoro. Sono inoltre previste alcune agevolazioni per l’assunzione al lavoro dopo il servizio militare. Agevolazioni ancora più marcate per coloro che sceglieranno la ferma volontaria biennale o triennale, durante la quale frequenteranno corsi di qualificazione e di specializzazione debitamente riconosciuti. La legge offre fino a 16 mila ferme volontarie per l’Esercito e fino a 5 mila ciascuno per Marina e Aviazione.
Nuovi criteri per quanto riguarda gli esoneri. Potranno beneficiarne anche coloro che hanno la responsabilità diretta della conduzione di un’azienda e coloro che sono gli unici produttori di reddito nel proprio nucleo familiare. I giovani che diventano padri dopo aver cominciato il servizio militare saranno collocati in licenza permanente speciale. Gli elenchi dei giovani dispensati saranno pubblici.
Vengono poi istituite cinque nuove licenze di cinque giorni l’una nel caso che il comune di residenza sia distante oltre 350 chilometri. I militari potranno inoltre viaggiare sui treni rapidi qualora la distanza da percorrere sia superiore a 650 chilometri.
La commissione Difesa ha approvato all’unanimità due ordini del giorno che invitano il governo ad adeguare la normativa sul numero degli esami universitari sostenuti per poter ottenere il rinvio del servizio militare e a modificare con un disegno di legge le norme che regolano l’obiezione di coscienza.
Giustino Fabrizio
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