Chi ha paura degli obiettori di coscienza?

Corriere della Sera, giovedì 12 giugno 1986

 

Mentre sulla piazza continuavano gli slogan e i canti dei duemila obiettori, nei locali del vicino convento dei Santi Apostoli i rappresentanti delle 18 associazioni che hanno organizzato la manifestazione si sono ritrovati per fare il punto sulla situazione. Sul banco degli imputati il ministero della Difesa ed il competente ufficio Levadife, accusati di «gravi inadempienze» e «abusi» nei confronti della legge 772 che regola il servizio civile sostitutivo della leva militare.

Si è levata all’inizio una decisa protesta contro il divieto di sfilare per le vie del centro: (La proposta iniziale – ha riferito Michelangelo Chiurchiù della Comunità di Capodarco – era quella di un corteo da piazza Santi Apostoli a piazza Navona. Scartata questa ipotesi, i funzionari della Questura ci hanno suggerito di partire dal Colosseo, ma poi si sono tirati indietro con la scusa che avremmo bloccato il traffico. Infine ci è stato vietato addirittura di manifestare sui marciapiedi».

Durante la conferenza stampa è stata raccontata la travagliata storia degli ostacoli all’applicazione della legge 772, difficoltà che sono andate crescendo negli ultimi mesi. Prima di tutto i tempi dell’attesa: prima di essere chiamato, l’obiettore deve aspettare da un minimo di 10 ad un massimo di 25 mesi, che vengono ad aggiungersi alla già lunga durata del servizio civile (8 mesi in più della leva militare). Ma la «questione morale», si è detto, è quella che riguarda le cosidette «precettazioni d’ufficio». Secondo l’articolo 3 della convenzione con il ministero l’assegnazione degli obiettori «viene normalmente concordata» con le associazioni interessate. E’ quanto in sostanza si è verificato fino all’inizio dell’85. Da allora in poi la Levadife avvalendosi di alcune «esigenze amministrative» ha invece moltiplicato le «precettazioni d’ufficio» assegnando gli obiettori ad enti diversi da quelli richiesti. Il fenomeno riguarda attualmente, secondo quanto riferito, il 35% delle domande, con punte anche del 100%.

Da un’indagine svolta recentemente è emerso che dal dicembre ’85 all’aprile ’86 un gran numero di obiettori è stato destinato, anziché ad associazioni private dove avrebbe operato nel campo sociale agli enti locali e alle Usi dove svolge per lo più mansioni amministrative. La protesta degli obiettori, come ha denunciato Cristina Nespoli del Cenasca-Cisl, trova di fronte alla Levadife una porta chiusa: «Sono 8 mesi che il direttore Faina non ci riceve e anche il ministro Spadolini non ha voluto incontrarci.

Una delegazione dei manifestanti è stata invece accolta ieri mattina dalla Commissione difesa della camera ottenendo, entro la fine del mese, una «risoluzione» per far rispettare il limite massimo di 6 mesi di attesa e le assegnazioni concordate. Gli enti convenzionati sono stati inoltre invitati a partecipare alla stesura della nuova legge in programma. Nel frattempo gli obiettori distribuiranno migliaia di cartoline da spedire al ministro Spadolini per ottenere il rispetto dei loro diritti.

 

Roberto Zuccolini

 

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