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Obiezione di coscienza. Il Nuovo Testamento provoca i cristiani
 Autore: Renzo Petraglio  Editore: Edizioni Dehoniane Bologna  Anno: 1984  Pagine: 223 Leggi l'indice
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Petraglio, Renzo. Obiezione di coscienza. Il Nuovo Testamento provoca i cristiani. Bologna Edizioni Dehoniane, 1984

È possibile essere cristiani e fare il soldato? Essere cristiani e pagare le imposte che servono per l’armamento? Essere cristiani e votare i crediti militari? Non ci sono altri modi per garantire la pace? E ancora: fino a che punto può e deve arrivare l’obbedienza allo stato? E più in generale: i cristiani come possono situarsi di fronte allo stato? Fuggire e abdicare alle proprie responsabilità? Allinearsi? Assumere posizioni critiche?
Questi alcuni interrogativi che donne e uomini oggi si pongono e che hanno messo alle strette l’autore di questo libro mentre leggeva e studiava il nuovo testamento.
L’autore analizza i testi del nuovo testamento che parlano delle relazioni tra i cristiani e il nemico, tra i cristiani e lo stato. Il risultato dell’indagine è sintetizzato nel titolo: il nuovo testamento non risponde con un sì o con un no ai nostri problemi di oggi, però ci dà alcuni stimoli, ci provoca in una direzione ben precisa.
Per cogliere questi stimoli e questa provocazione, l’autore prende in considerazione i primi tre vangeli e, rispettivamente, Giovanni, l’epistolario di Paolo e le lettere più recenti del NT, e infine l’Apocalisse. Questi testi sono letti in una prospettiva storica. Per le lettere e l’Apocalisse, questo studio vuole essere attento alla situazione dei destinatari e al genere letterario impiegato dallo scrittore biblico; e ciò per non tirare conclusioni indebite da una formulazione come «ogni uomo sia sottomesso alle autorità» (Rm 13,1) e da altre simili.
Per i Vangeli il discorso è più articolato. Si tratta di precisare chi sono i destinatari di un Vangelo, ad esempio quello di Matteo, e a quali problemi questi destinatari sono confrontati. Inoltre bisogna cogliere il metodo di lavoro, la mentalità e la teologia dell’evangelista. Occorre poi domandarsi: l’evangelista come si collega alla tradizione che gli sta alle spalle e soprattutto alla prassi e alla predicazione di Gesù? E infine: che significato hanno prassi e predicazione di Gesù nella Palestina degli anni 30 del primo secolo? Come si è inserito Gesù nella cultura della sua epoca? Come ne è stato condizionato? Come ha tentato di trasformarla?
Solo ancorando il testo biblico alla storia e alla cultura in cui esso è nato, si riesce a coglierne la portata per le comunità del mondo antico e la provocazione che esso conserva, fresca e dirompente, anche per uomini e donne di oggi.
A questo mira il presente studio.