
Il Pierino va soldato. Esperienze e proposte sul servizio militare in Italia
Autore: Robi Ronza Editore: Jaca Book Anno: 1968 Pagine: 154 Leggi l'indiceRonza, Robi. Il Pierino va soldato. Esperienze e proposte sul servizio militare in Italia. Jaca Book, Milano 1968.
Perché perdere tempo a vedere le varie contraddizioni nella macchina da guerra dello stato italiano e perché fare intravvedere possibili arrangiamenti che avrebbero l’unica utilità di servire da lubrificazione alla macchina stessa?
Chi cercasse in questo libro una elencazione di facili scandali o un qualsiasi materiale aneddotico sull’esercito si troverà deluso.
Nello stesso tempo con quest’opera l’autore non si costringe in uno studio di pure categorie sociologiche e si pone nel terreno indispensabile e poco conosciuto che divide la pubblicistica borghese «corrente» dal lavoro strettamente teorico sul rapporto tra esercito e strutture economico-politiche.
Chi scrive è stato un sottotenente di complemento il quale nei quindici mesi di leva ha convissuto con i « commilitoni » al di dentro ed al di fuori di quanto è prescritto dal regolamento .
L’importanza di questo scritto, che solo da posizioni ultra intellettualistiche potrebbe essere bocciato perchè «riformista», è di immetterci nella «vita militare» e gettarci davanti un’alienazione quotidiana vissuta per quindici mesi da grandi masse di giovani italiani.
Se l’alienazione è per un verso irreparabile, è, d’altro lato, non sopportabile che generalmente si taccia su questo problema da parte di chi già interviene in campo studentesco e in quello del lavoro. Le conseguenze di questi mesi di «servizio», se sono per parte dell’élite universitaria spesso trascurabili, possono divenire troppo gravi per i lavoratori.
Oltre alla gravità sul piano strettamente economico e di bilancio familiare per la condizione di proletariato e specie di sottoproletariato in cui molti italiani si trovano, il servizio militare diventa il momento in cui la società del benessere e del profitto si conferma e si propone come unico grande ideale, sradicando irreparabilmente la persona dal suo luogo di provenienza, senza dargli alcun elemento per prendere chiara coscienza della realtà sociale, dello sfruttamento subito e dei reali bisogni propri e della propria famiglia.
[Nota di edizione]