Avremo più domande per il servizio civile. Nessun problema per il contingente di leva

La Repubblica, venerdì, 21 luglio 1989 – pagina 20

 

Antimilitaristi e testimoni di Geova, pacifisti e valdesi, attendevano la decisione dal 1972, cioè dall’ anno in cui – dopo una gestazione travagliatissima – fu approvata la legge che introdusse in Italia la possibilità di prestare il servizio civile al posto di quello militare. Per le associazioni che contestavano l’obbligo della leva, quella legge era stata infatti una vittoria solo a metà in alcune parti appariva punitiva rispetto agli obiettori. In particolare per il fatto di fissare per il servizio civile una durata molto superiore venti mesi anziché dodici.

È facile intendere perché la decisione della Consulta di parificare la durata è stata accolta come una vittoria dalle associazioni (in tutt’ Italia gli enti convenzionati sono 1654) che gestiscono il servizio alternativo. Ieri mattina, non appena è comparsa sui giornali la notizia della parificazione, i centralini sono stati tempestati di telefonate dalla Caritas all’Arci, dalle Usl alle comunità montane, dai sindacati alle associazioni ecologiste.

La maggiore durata del servizio, accanto alla macchinosità della legge, è ritenuta dalle associazioni una delle cause principali della crisi delle vocazioni che ha colpito questo settore. Al 31 dicembre dell’88 (sono i dati più recenti di cui dispone la Difesa) c’erano 8558 obiettori di coscienza in servizio a fronte d’una capacità di impiego di 18.651. In sostanza, il numero dei giovani che prestavano il servizio civile copriva meno della metà (il 46 per cento) della capacità d’impiego complessiva. Nell’88 il numero delle richieste è cresciuto (sono state 5697 contro le 4986 dell’anno precedente). Ma è stato confermato il calo rispetto al periodo 1983/1985 quando le domande erano dalle settemila alle novemila l’anno.

Stamane – dice Nuccio Jovene, della direzione nazionale dell’Arci – abbiamo ricevuto decine di telefonate. Hanno chiamato persone che prestano il servizio civile da più di dodici mesi e vogliono sapere quando avranno il congedo e hanno telefonato anche molti ragazzi che, dopo la parificazione, hanno superato perplessità e incertezze, e hanno deciso di fare domanda per l’obiezione di coscienza. Degli obiettori attualmente in servizio (sono circa 9 mila) più di un terzo (3500) ha già superato i dodici mesi e perciò, appena la sentenza della Consulta sarà pubblicata, se ne tornerà a casa.

Il numero delle domande per l’obiezione è stato, fin dall’approvazione della legge, piuttosto contenuto. Dal 1973 al 1987, sono state 55 mila (quattromila sono state respinte). Gli obiettori impiegati dagli enti nello stesso periodo sono stati 45 mila. La graduatoria degli enti convenzionati è guidata dalla Caritas (1916 obiettori in servizio al dicembre dell’88, rispetto a una capacità di impiego di 3.742). Seguono la Croce rossa (262 in servizio su 748 posti disponibili) e l’Arci (435 su 657). Altri grandi bacini d’impiego degli obiettori sono i comuni (1838 obiettori in servizio) e le Usl (388). Tra i servizi prevalgono le attività di assistenza di vario genere (ad anziani, handicappati, tossicodipendenti) che alla fine dell’88 coprivano il 54 per cento del totale. Seguono le iniziative socio-culturali (turismo, animazione, cura e conservazione delle biblioteche, ricerca) col 31 per cento e la tutela del patrimonio forestale (12 per cento). In fondo alla graduatoria c’è la protezione civile appena il 3 per cento degli obiettori sono impiegati in queste attività. La maggior parte delle sedi d’impiego è concentrata nel Nord (il 64,8 per cento di cui il 17,6 per cento nella sola Lombardia). Il Centro copre il 22,9 per cento e il Sud e le isole appena il 12,3 per cento.

Sia le associazioni che la Difesa prevedono – dopo la parificazione decretata dalla Consulta – un incremento delle domande. Le telefonate di ieri non sono state un sorpresa ma una conferma la durata del servizio era uno dei fatti che maggiormente scoraggiavano i potenziali obiettori. Ma è improbabile che l’eventuale corsa al servizio civile possa creare problemi al normale reclutamento. Proprio nel 1988 il contingente di leva è stato ridotto di 20 mila unità e, secondo gli esperti, una ulteriore riduzione di settanta/ottantamila sarebbe perfettamente compatibile con gli obblighi dell’Italia con la Nato.

 

Giovanni Maria Bellu