La Repubblica, mercoledì 2 agosto 1989 – pagina 8
Per tremila obiettori di coscienza l’ora del tutti a casa è arrivata in anticipo. Il ministro della Difesa Mino Martinazzoli ha disposto ieri il congedo per i giovani che hanno compiuto almeno 12 mesi di servizio civile in sostituzione della leva. Era un provvedimento atteso.
Il 20 luglio scorso, infatti, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo 5 della legge 772 che stabiliva la diversa durata (venti mesi anziché dodici) del servizio civile rispetto alla leva. Secondo la Consulta una differenza di ben otto mesi era eccessiva e ingiustificata.
Agli obiettori (su 8.801 giovani sono più di tremila quelli che hanno già compiuto un anno di servizio) non resta che attendere la pubblicazione della sentenza della Corte, scritta dal giudice Giovanni Conso, sulla Gazzetta Ufficiale. Poi potranno tornare alla loro vita.
La sentenza della Consulta dovrebbe ora spingere il Parlamento ad una rapida approvazione della nuova legge sul servizio civile. Alla commissione Difesa della Camera sono state già raccolte le firme per il passaggio del testo dalla sede referente a quella legislativa, in modo da ottenerne l’approvazione direttamente in commissione.
La nuova disciplina prevede un impegno di 15 mesi per gli obiettori di coscienza dodici di servizio e tre di addestramento. Quest’innovazione dovrebbe essere accolta con favore dalla Consulta. I giudici costituzionali avevano infatti detto nella loro sentenza che la differenza tra servizio civile e servizio armato deve essere contenuta e non irrazionale.
I deputati verdi-arcobaleno Ronchi, Rutelli e Savoldi hanno chiesto ieri a Martinazzoli di dare immediato parere favorevole, come rappresentante del governo, al passaggio dalla sede referente a quella legislativa; e di fornire le opportune indicazioni per l’immediata applicazione della sentenza della Corte Costituzionale.
Dopo la parificazione tra servizio civile e servizio di leva decretata dalla Consulta, il ministero della Difesa prevede un sensibile aumento delle richieste, che finora non hanno colmato i posti disponibili. Al 31 dicembre ’88, gli obiettori di coscienza erano 8.558 meno della metà rispetto alle possibilità. E anche se nel 1988 il numero delle richieste è cresciuto, è netto il calo rispetto al periodo ’83/’87, quando le domande erano dalle settemila alle novemila l’anno. Gli enti che impiegano più obiettori sono la Caritas (1.916, al dicembre ’88, su 3.742 posti disponibili), la Croce Rossa (262 su 748), l’Arci (435 su 657). Nei Comuni lavorano 1.838 obiettori, 388 nelle Usl.
Aldo Fontanarosa